Life Gargano


Un progetto che, nonostante la valenza per il territorio, per il suo sviluppo e per una sostenibile gestione, non venne gradito dalla giunta Regionale governata da Vendola.

Il progetto, già condiviso con il Consorzio di Bonifica del Gargano nel 2011, ha queste finalità:
  • La pianificazione e l’organizzazione di un sistema di manutenzione delle aree boschive;

  • La realizzazione di una rete telematica per la connessione di sensori ambientali, con la priorità nel monitoraggio antincendio;

  • La produzione di biocarburanti, attraverso tecnologie che assicurino l’assenza di impatti sull’ambiente;

  • L’implementazione di sistemi di efficientamento energetico per le strutture pubbliche;

  • La produzione di energia elettrica e termica per le pubbliche amministrazioni coinvolte;

  • L’avvio di una filiera che valorizzi i residui e le potenzialità del territorio.

DA INTEGRARE CON LE DUE COMUNICAZIONI DEL CONSORZIO


Il progetto che si intende presentare sul bando UE Life+ 2013 si pone la finalità di:

  • Analizzare le aree pubbliche e rilevare risorse ed esigenze

  • Definire modelli, procedure, certificazioni per le aree

  • Sviluppare programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative sostenibili sui territori coinvolti

  • Esaminare le opportunità di costruzione - ricostruzione della "filiera del legno", verificando come questa può collegarsi con attività agricole, insistenti sulle medesime superfici, integrative e complementari;

  • Esaminare come queste attività possono collegarsi con proposte di attività turistiche, favorendo la collaborazione, e la nascita di percorsi di turismo slow (cammini, percorsi di trekking anche con l'utilizzo di animali, ecc.). Ciò vale soprattutto in zone dove si stanno riattivando 'antiche vie' di cammini religiosi (vie francigene, ecc.)

  • Raccogliere informazioni sulle buone pratiche in atto nell'UE, con particolare riferimento a quanto avviene nell'ambito della rete delle Cittá del Bio;

  • Definire alcuni modelli che rispettino i criteri dell'agro - ecologia e dell'agricoltura biologica e che possano opportunamente diventare riferimento per soddisfare le necessità di territori tra loro diversi;

  • Definire modelli, procedure, certificazioni per le aree in questione;

  • Sviluppare programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative sostenibili sui territori coinvolti, in particolare sulle aree di proprietà comunale e/o pubblica;


COLLEGAMENTI E CONFORMITA’ ALLE INDICAZIONI (dal file “nap”)

DALLE PRIORITA’ NAZIONALI, DI SEGUITO RIPORTATE, POSSIAMO RIPRENDERE I TEMI ATTINENTI I PUNTI RIPORTATI PRECEDENTEMENTE

1. Priorità strutturali

Incentivare la gestione attiva e le utilizzazioni forestali, attraverso una adeguata pianificazione

con forme sostenibili che mirino al mantenimento e al miglioramento del valore economico, ecologico,

culturale e sociale delle risorse forestali, bilanciando l’utilizzazione col tasso di incremento e preferendo

tecniche che minimizzino i temporanei impatti negativi diretti e indiretti alle risorse naturali (forestali, idriche,

suolo, flora e fauna), col fine di:

migliorare quantitativamente e qualitativamente le risorse esistenti nel medio e nel lungo periodo;

garantire le funzioni protettive delle foreste per i centri abitati, le infrastrutture e nell’assetto

idrogeologico, incentivando anche i tagli non economicamente convenienti;

mantenere e ad esaltare l’efficacia dei sistemi forestali sulla regimazione, protezione e depurazione

delle risorse idriche;

tutelare e incrementare la diversità biologica (a livello di ecosistema, di specie, di varietà e, dove

appropriato, a livello di paesaggio);

contribuire efficacemente all’azione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a livello

globale;

contrastare i fenomeni di degrado e i processi di erosione del suolo che influenzano anche i processi

di desertificazione;

migliorare la difesa e prevenzione dagli incendi boschivi;

Incentivare la pianificazione forestale aziendale, sovraziendale e territoriale al fine di:

avere un adeguato quadro conoscitivo del territorio, con idonei studi e cartografie completi delle

necessarie informazioni tematiche e gestionali a supporto di ogni proposta di intervento operativo;

mantenere e accrescere le funzioni produttiva e protettive della foresta e la stabilità degli ecosistemi;

valorizzare i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la complessa filiera forestalegno;

valorizzare la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e facilitando l’azione delle imprese

locali;

contrastare i processi di erosione e di desertificazione in atto;

Prevedere e valutare forme incentivanti per lo sviluppo competitivo dell’economia forestale,

con nuovi strumenti di politica fiscale come ad esempio: revisione dei regimi IVA, specifiche detrazioni fiscali,

revisione delle aliquote e sgravi fiscali;

Incentivare la creazione e il consolidamento di nuovi modelli organizzativi idonei a garantire

una gestione attiva e costante della proprietà forestale pubblica e privata (modelli associati e

partecipati), favorendo l’introduzione di forme innovative ed efficaci al recupero delle attività tradizionali nei

pascoli e nelle aree forestali, permettendo un aumento nella convenienza economica delle utilizzazioni e la

conseguente tutela del territorio, attivando anche azioni legislative in grado di riportare le comunità locali alla

gestione attiva e valorizzare e potenziare le esperienze di gestione delle proprietà collettive;

Tutelare le imprese forestali e gli operatori forestali riconoscendo i servigi di pubblica utilità

svolti, attraverso la:

definizione giuridica dell'impresa forestale singola e associata nella sua specificità;

riconoscendo lo stato di lavoro usurante agli operatori forestali;

prevedere forme incentivanti per l’evasione del lavoro sommerso;

Valorizzare, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo l’efficienza della manodopera

forestale attraverso un costante processo di formazione tecnica e presidio operativo del territorio, nonché di

miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori forestali;

Favorire e valorizzare il settore delle utilizzazioni, della trasformazione e commercializzazione

della materia prima legno, realizzando o rafforzando economie di scala ridotta (filiere corte) attraverso

l’introduzione di strumenti e metodologie operative in grado di coordinare e concentrare sia territorialmente

che per obiettivi specifici i processi produttivi (approccio integrato e di filiera) e i diversi soggetti che operano

nel settore forestale (attori della filiera, dalla proprietà alla pubblica amministrazione, all’imprenditoria ecc);

Promuovere la certificazione forestale e la rintracciabilità del legno, quali strumenti di garanzia

per adeguare la gestione ai criteri di buona pratica forestale internazionalmente riconosciuti e per diffondere

legname locale certificato.

Adeguare le infrastrutture (strade, piste di esbosco, segnaletica ecc) alla multifunzionalità forestale

minimizzando gli impatti negativi sull’ambiente;

Incentivare la formazione sia tecnico specialistica, gestionale e di sicurezza sul lavoro per addetti,

operatori, proprietari e imprese che ambientale, ecologica e sulle interazioni tra gestione forestale, risorse

idriche, salvaguardia della biodiversità, assetto idrogeologico e sicurezza delle popolazioni;

2. Priorità di tutela e conservazione

Potenziare la tutela della biodiverisità ecologica negli ecosistemi forestali attraverso forme di

gestione adeguate e coerenti agli strumenti di pianificazione vigenti, agli impegni internazionali sottoscritti

dall’Italia, e riconoscendo l’importanza delle tradizioni locali ecologiche ante litteram;

Promuovere la gestione integrata bosco-fauna, nella consapevolezza che la fauna selvatica è

componente degli ecosistemi forestali, e sostenere forme razionali di pascolamento per garantire l’armonia

tra processi ecologici e socioeconomici interagenti ai fini della salvaguardia dei boschi;

Valorizzare la realizzazione di opere di imboschimento, rimboschimento (utilizzando specie

autoctone e di provenienza certificata e locale, adatte alla stazione fitoclimatica e comunque non invasive), il

recupero di boschi fuori areale e la ricostituzione di areali frammentati, con particolare riferimento anche agli

impegni assunti dall’Italia nell’ambito del Protocollo di Kyoto;

Valorizzare al meglio le iniziative strategiche volte alla salvaguardia in situ ed ex situ del

patrimonio genetico forestale;

Incentivare il mercato dei prodotti e delle attività ad “emissione zero”, promuovendo la cultura

dell'uso del legno anche in funzione della diffusione delle pratiche del Green Public Procurement;

Superare l’approccio emergenziale e definire strategie di lungo termine per la tutela del

patrimonio forestale dai rischi e fenomeni di degrado degli ecosistemi forestali, promuovere azioni di

prevenzione e lotta agli incendi boschivi, (anche attraverso l’incremento delle operazioni selvicolturali di

pulizia del sottobosco e cure colturali del soprassuolo - potature, sfolli, diradamenti - negli ambiti più

opportuni), valorizzare il monitoraggio e controllo della salute e vitalità delle foreste, soprattutto in relazione a

fattori di perturbazione biotici (insetti e patogeni), e abiotici (incendi e fenomeni climatici estremi);

3. Priorità di presidio del territorio

Favorire la permanenza delle comunità nei luoghi di montagna e di collina, incentivando il

presidio del territorio attraverso la creazione e/o valorizzazione dei servizi necessari all’instaurarsi di processi

imprenditoriali locali legati alle risorse forestali,

Riconoscere agli imprenditori e proprietari forestali quei benefici diffusi e servizi di pubblico

interesse, che una corretta gestione del bosco produce a favore dell’intera collettività;

Promuovere, prioritariamente nei contesti rurali e nelle aree montane, lo sviluppo e la

creazione di filiere collegate all’utilizzo energetico delle biomasse forestali, definendo chiaramente il

potenziale disponibile sulla base delle reali necessità energetiche territoriali e delle possibilità di sviluppo

della filiera energetica corta.

4. Priorità di coordinamento

Promuovere l’armonizzazione e la semplificazione normativa in ambito forestale, favorendo la

condivisione di intenti e il coordinamento fra le istituzioni competenti in materia forestale (a livello nazionale e

regionale), al fine di alleggerire gli operatori dagli oneri burocratici eccessivi che risultano controproducenti

alla tutela del bene da conservare, incentivando l’uniformità delle tecniche e dei sistemi di pianificazione

forestale anche al fine di permettere l’utilizzo comparabile dei dati in essa contenuti (provvigione,

accrescimenti, ecc) a livello nazionale;

Promuovere il coordinamento ai diversi livelli istituzionali, in osservanza della normativa

vigente attraverso il coordinamento tra amministrazioni competenti, nell’interesse generale di un sviluppo

condiviso del settore foreste;

Creare una struttura permanente di coordinamento nel rispetto delle competenze istituzionali in

materia forestale, che rappresenti il punto di riferimento interistituzionale sia per l’attuazione delle politiche

forestali sul territorio nazionale che per tutto il settore, le cui mansioni possono essere identificate in

supporto e assistenza tecnica, analisi, promozione e informazione, e in particolare nell’individuazione delle

sinergie e integrazioni possibili per il settore, al fine di convogliare e coordinare al meglio le risorse

istituzionali e finanziarie esistenti. In questo contesto assumono particolare importanza i seguenti punti:

Prevedere, nel quadro complesso ed articolato della normativa e degli strumenti di programmazione

esistenti a livello nazionale e regionale, l’attivazione di un processo continuo di coordinamento tra i

soggetti Istituzionali competenti e i soggetti pubblici e privati attivi nel settore forestale, per definire e

distinguere, nel rispetto delle relative competenze, i settori e gli argomenti di competenza nazionale e

regionale, individuando inoltre eventuali situazioni di carenza nella programmazione e legislazione

nazionale e regionale.

Promuovere una maggiore qualificazione e pubblicizzazione degli uffici e delle relative competenze in

materia forestale, migliorando l’organizzazione e promuovendo scambi informativi e di reciproca

collaborazione attraverso appositi e sistematici momenti partecipativi;

Analizzare le politiche implementate per il settore forestale a livello nazionale e regionale,

valutandone:

la coerenza con la normativa e gli impegni a livello internazionale,

il raggiungimento degli obiettivi imposti dai diversi impegni internazionali (ad esempio protocollo

di Kyoto),

la coerenza con gli indirizzi nazionali in materia forestale, di protezione dell’ambiente, di tutela del

paesaggio

Individuare e sostenere una posizione unitaria italiana a livello comunitario nella negoziazione delle

misure forestali nell’ambito dello sviluppo rurale e portare le informazioni e conoscenze acquisite

puntualmente sul territorio.

Definire una base legale per la condizionalità nel settore forestale (definizione di “baseline” nazionali),

a partire dalla legislazione esistente, tenendo in debita considerazione le esigenze evidenziate nella

programmazione di sviluppo rurale. Tali norme dovrebbero rappresentare una base comune sulla

quale poi le Regioni sviluppino norme adatte al contesto regionale, secondo uno schema simile a

quanto fatto per la condizionalità nel settore agricolo. Questa attività consentirebbe di risolvere almeno

in parte i problemi incontrati dalle Regioni nella negoziazione delle misure silvo-ambientali proposte

nell’ambito dello sviluppo rurale 2007-2013, in molti casi stralciate a causa della assenza di un quadro

normativo sufficientemente definito.

Promuovere il coordinamento e l’armonizzare delle informazioni statistiche nazionali in ambito

forestale, individuando eventuali carenze, sinergie tra le diverse fonti, possibili integrazioni e margini di

miglioramento delle informazioni esistenti. In particolare per quanto riguarda le informazioni socioeconomiche

promuovere l’implementazione di idonei strumenti di raccolta delle informazioni anche

attraverso la creazione ed il coordinamento di una Rete di informazione economica nel settore

forestale da attivarsi su scala regionale (e/o sub regionale) consultato il CISIS come sede ideale di tali

attività;

Valorizzare gli strumenti, i metodi e i processi di programmazione e gestione lungimiranti,

sostenibili, condivisi e partecipati;

Promuovere la partecipazione e sensibilizzazione della società pubblica sul ruolo delle attività

in foresta come strumento di conservazione e tutela, valorizzando e promuovendo l’impiego delle esperienze

di eccellenza e delle tradizioni e conoscenze forestali locali.

Prevedere forme di coordinamento e semplificazione degli strumenti di pianificazione

territoriale:

definendo e condividendo accordi, intese e programmi su dimensioni territoriali sovramministrative;

alleggerendo l’eccessiva e diversificata pianificazione territoriale che grava sui territori montani (piani

di bacino, piani paesistici, piani attività estrattive, piani idraulici, piani socio-economici delle Comunità

Montane, ecc);

mantenendo e accrescendo le funzioni produttiva e protettive della foreste pubbliche e private e la

stabilità degli ecosistemi;

dando priorità al ripristino di foreste degradate, in particolare nelle pianure alluvionali e negli

spartiacque per il beneficio degli ambienti acquatici, la riduzione di alluvione e la conservazione della

biodiversità;

valorizzando i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la complessa filiera forestalegno;

valorizzando la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e facilitando l’azione delle

imprese locali;

Favorire la creazione e il coordinamento degli albi delle imprese qualificate che operano in

campo forestale e dei patentini per gli operatori professionali, armonizzando le varie normative Regionali

prevedendo controlli specifici sull'idoneità tecnica dell'impresa esecutrice;

Promuovere la concertazione sulla ricerca forestale in ambito nazionale e internazionale,

coinvolgendo tutte le principali istituzioni scientifiche operanti nel settore al fine di coordinare i programmi di

ricerca e le attività di settore, nonché di creare sinergie tra le linee di politica forestale nazionali e regionali e

le attività di ricerca indirizzando e orientando la ricerca (applicata) al servizio dei bisogni reali degli Enti

pubblici (ai vari livelli territoriali) delle aziende e dei privati;



  • Università del Piemonte Orientale, svolgerà le attività di coordinamento tecnico/amministrativo

  • Consorzio di Bonifica del Gargano, ente di gestione di un’area di 150.000 ha di bosco “Parco Nazionale del Gargano”, le attività condotte dall’ente saranno:

    • Analisi del territorio

    • Coordinamento delle risorse naturali

    • Definizione e coordinamento di interventi sul territorio

    • Avvio di attività formative e riqualificazioni di siti destinati a tali attività

    • Monitoraggio dell’area

  • Innovatec, Gruppo Riello Elettronica, sviluppo di modelli e prototipi di unità bioenergetiche

  • Greengrid, industria nelle tecnologie per la filiera del legno, le sue attività verteranno nella:

    • messa a punto di un prototipo d’impianto di pellettizzazione in Piemonte

    • analisi e progettazione di un impianto di pellettizzazione in Puglia

  • Città del Bio, le attività dell’organizzazione costituita da amministrazioni pubbliche verterà su:

    • Analisi e coordinamento di interventi per l’avvio di progetti di bioagricoltura nei territori italiani e romeni

    • Analisi e valutazione della replicabilità degli interventi nei 300 comuni suoi soci

  • Università di Agraria di Foggia, collaborerà con il Consorzio di Bonifica e le università/Centri ricerca, coinvolti nel progetto, per la definizione di soluzioni sostenibili per la gestione dei boschi e delle aree


L’OTTIMALE GESTIONE DEL PROGETTO NECESSITEREBBE DI:

  • NUMERO MAGGIORE DI PARTNER, IN PARTICOLARE UNIVERSITA’ COMPETENTI ED AZIENDE SPECIALIZZATE SUI DIVERSI TEMI (FILIERA LEGNO, ENERGIA, ECC.)

  • QUALE BUDGET COMPLESSIVO CONSIGLIERESTI? GLI INTERVENTI O LE AZIONI PER L’AVVIO DI ULTERIORI RICHIEDONO ALCUNI MILIONI

  • ALCUNE PARTNERSHIP TECNOLOGICHE ESTERE, COME LA KOCH TEDESCA