Un progetto che, nonostante la valenza per il territorio, per il suo sviluppo e per una sostenibile gestione, non venne gradito dalla giunta Regionale governata da Vendola.
La pianificazione
e l’organizzazione di un sistema di manutenzione delle aree
boschive;
La realizzazione
di una rete telematica per la connessione di sensori ambientali, con
la priorità nel monitoraggio antincendio;
La produzione di
biocarburanti, attraverso tecnologie che assicurino l’assenza di
impatti sull’ambiente;
L’implementazione
di sistemi di efficientamento energetico per le strutture pubbliche;
La produzione di
energia elettrica e termica per le pubbliche amministrazioni
coinvolte;
L’avvio di una
filiera che valorizzi i residui e le potenzialità del territorio.
DA
INTEGRARE CON LE DUE COMUNICAZIONI DEL CONSORZIO
Il
progetto che si intende presentare sul bando UE Life+ 2013 si pone la
finalità di:
Analizzare
le aree pubbliche e rilevare risorse ed esigenze
Definire
modelli, procedure, certificazioni per le aree
Sviluppare
programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative
sostenibili sui territori coinvolti
Esaminare
le opportunità di costruzione - ricostruzione della "filiera
del legno", verificando come questa può collegarsi con
attività agricole, insistenti sulle medesime superfici, integrative
e complementari;
Esaminare
come queste attività possono collegarsi con proposte di attività
turistiche, favorendo la collaborazione, e la nascita di percorsi di
turismo slow (cammini, percorsi di trekking anche con l'utilizzo di
animali, ecc.). Ciò vale soprattutto in zone dove si stanno
riattivando 'antiche vie' di cammini religiosi (vie francigene,
ecc.)
Raccogliere
informazioni sulle buone pratiche in atto nell'UE, con particolare
riferimento a quanto avviene nell'ambito della rete delle Cittá del
Bio;
Definire
alcuni modelli che rispettino i criteri dell'agro - ecologia e
dell'agricoltura biologica e che possano opportunamente diventare
riferimento per soddisfare le necessità di territori tra loro
diversi;
Definire
modelli, procedure, certificazioni per le aree in questione;
Sviluppare
programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative
sostenibili sui territori coinvolti, in particolare sulle aree di
proprietà comunale e/o pubblica;
COLLEGAMENTI
E CONFORMITA’ ALLE INDICAZIONI (dal file “nap”)
DALLE
PRIORITA’ NAZIONALI, DI SEGUITO RIPORTATE, POSSIAMO RIPRENDERE I
TEMI ATTINENTI I PUNTI RIPORTATI PRECEDENTEMENTE
1.
Priorità strutturali
Incentivare
la gestione attiva e le utilizzazioni forestali,
attraverso una adeguata pianificazione
con
forme sostenibili che mirino al mantenimento e al miglioramento del
valore economico, ecologico,
culturale
e sociale delle risorse forestali, bilanciando l’utilizzazione col
tasso di incremento e preferendo
tecniche
che minimizzino i temporanei impatti negativi diretti e indiretti
alle risorse naturali (forestali, idriche,
suolo,
flora e fauna), col fine di:
migliorare
quantitativamente e qualitativamente le risorse esistenti nel medio e
nel lungo periodo;
garantire
le funzioni protettive delle foreste per i centri abitati, le
infrastrutture e nell’assetto
idrogeologico,
incentivando anche i tagli non economicamente convenienti;
mantenere
e ad esaltare l’efficacia dei sistemi forestali sulla regimazione,
protezione e depurazione
delle
risorse idriche;
tutelare
e incrementare la diversità biologica (a livello di ecosistema, di
specie, di varietà e, dove
appropriato,
a livello di paesaggio);
contribuire
efficacemente all’azione di mitigazione e adattamento ai
cambiamenti climatici a livello
globale;
contrastare
i fenomeni di degrado e i processi di erosione del suolo che
influenzano anche i processi
di
desertificazione;
migliorare
la difesa e prevenzione dagli incendi boschivi;
Incentivare
la pianificazione forestale aziendale, sovraziendale e territoriale
al
fine di:
avere
un adeguato quadro conoscitivo del territorio, con idonei studi e
cartografie completi delle
necessarie
informazioni tematiche e gestionali a supporto di ogni proposta di
intervento operativo;
mantenere
e accrescere le funzioni produttiva e protettive della foresta e la
stabilità degli ecosistemi;
valorizzare
i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la
complessa filiera forestalegno;
valorizzare
la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e
facilitando l’azione delle imprese
locali;
contrastare
i processi di erosione e di desertificazione in atto;
Prevedere
e valutare forme incentivanti per lo sviluppo competitivo
dell’economia forestale,
con
nuovi strumenti di politica fiscale come ad esempio: revisione dei
regimi IVA, specifiche detrazioni fiscali,
revisione
delle aliquote e sgravi fiscali;
Incentivare
la creazione e il consolidamento di nuovi modelli organizzativi
idonei a garantire
una
gestione attiva e costante della proprietà forestale pubblica e
privata (modelli
associati e
partecipati),
favorendo l’introduzione di forme innovative ed efficaci al
recupero delle attività tradizionali nei
pascoli
e nelle aree forestali, permettendo un aumento nella convenienza
economica delle utilizzazioni e la
conseguente
tutela del territorio, attivando anche azioni legislative in grado di
riportare le comunità locali alla
gestione
attiva e valorizzare e potenziare le esperienze di gestione delle
proprietà collettive;
Tutelare
le imprese forestali e gli operatori forestali riconoscendo
i servigi di pubblica utilità
svolti,
attraverso la:
definizione
giuridica dell'impresa forestale singola e associata nella sua
specificità;
riconoscendo
lo stato di lavoro usurante agli operatori forestali;
prevedere
forme incentivanti per l’evasione del lavoro sommerso;
Valorizzare,
sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo l’efficienza
della manodopera
forestale
attraverso
un costante processo di formazione tecnica e presidio operativo del
territorio, nonché di
miglioramento
delle condizioni di lavoro degli operatori forestali;
Favorire
e valorizzare il settore delle utilizzazioni, della trasformazione e
commercializzazione
della
materia prima legno,
realizzando o rafforzando economie di scala ridotta (filiere corte)
attraverso
l’introduzione
di strumenti e metodologie operative in grado di coordinare e
concentrare sia territorialmente
che
per obiettivi specifici i processi produttivi (approccio integrato e
di filiera) e i diversi soggetti che operano
nel
settore forestale (attori della filiera, dalla proprietà alla
pubblica amministrazione, all’imprenditoria ecc);
Promuovere
la certificazione forestale e
la rintracciabilità del legno, quali strumenti di garanzia
per
adeguare la gestione ai criteri di buona pratica forestale
internazionalmente riconosciuti e per diffondere
legname
locale certificato.
Adeguare
le infrastrutture (strade,
piste di esbosco, segnaletica ecc) alla multifunzionalità forestale
minimizzando
gli impatti negativi sull’ambiente;
Incentivare
la formazione sia
tecnico specialistica, gestionale e di sicurezza sul lavoro per
addetti,
operatori,
proprietari e imprese che ambientale, ecologica e sulle interazioni
tra gestione forestale, risorse
idriche,
salvaguardia della biodiversità, assetto idrogeologico e sicurezza
delle popolazioni;
2.
Priorità di tutela e conservazione
Potenziare
la tutela della biodiverisità ecologica negli ecosistemi forestali
attraverso
forme di
gestione
adeguate e coerenti agli strumenti di pianificazione vigenti, agli
impegni internazionali sottoscritti
dall’Italia,
e riconoscendo l’importanza delle tradizioni locali ecologiche ante
litteram;
Promuovere
la gestione integrata bosco-fauna, nella
consapevolezza che la fauna selvatica è
componente
degli ecosistemi forestali, e sostenere forme razionali di
pascolamento per garantire l’armonia
tra
processi ecologici e socioeconomici interagenti ai fini della
salvaguardia dei boschi;
Valorizzare
la realizzazione di opere di imboschimento, rimboschimento
(utilizzando
specie
autoctone
e di provenienza certificata e locale, adatte alla stazione
fitoclimatica e comunque non invasive), il
recupero
di boschi fuori areale e la ricostituzione di areali frammentati, con
particolare riferimento anche agli
impegni
assunti dall’Italia nell’ambito del Protocollo di Kyoto;
Valorizzare
al meglio le iniziative strategiche volte alla salvaguardia in
situ ed
ex
situ del
patrimonio
genetico forestale;
Incentivare
il mercato dei prodotti e delle attività ad “emissione zero”,
promuovendo
la cultura
dell'uso
del legno anche in funzione della diffusione delle pratiche del Green
Public Procurement;
Superare
l’approccio emergenziale e definire strategie di lungo termine per
la tutela del
patrimonio
forestale dai rischi e fenomeni di degrado degli ecosistemi
forestali,
promuovere azioni di
prevenzione
e lotta agli incendi boschivi, (anche attraverso l’incremento delle
operazioni selvicolturali di
pulizia
del sottobosco e cure colturali del soprassuolo - potature, sfolli,
diradamenti - negli ambiti più
opportuni),
valorizzare il monitoraggio e controllo della salute e vitalità
delle foreste, soprattutto in relazione a
fattori
di perturbazione biotici (insetti e patogeni), e abiotici (incendi e
fenomeni climatici estremi);
3.
Priorità di presidio del territorio
Favorire
la permanenza delle comunità nei luoghi di montagna e di collina,
incentivando il
presidio
del territorio attraverso la creazione e/o valorizzazione dei servizi
necessari all’instaurarsi di processi
imprenditoriali
locali legati alle risorse forestali,
Riconoscere
agli imprenditori e proprietari forestali quei benefici diffusi e
servizi di pubblico
interesse,
che una corretta gestione del bosco produce a favore dell’intera
collettività;
Promuovere,
prioritariamente nei contesti rurali e nelle aree montane, lo
sviluppo e la
creazione
di filiere collegate all’utilizzo energetico delle biomasse
forestali,
definendo chiaramente il
potenziale
disponibile sulla base delle reali necessità energetiche
territoriali e delle possibilità di sviluppo
della
filiera energetica corta.
4.
Priorità di coordinamento
Promuovere
l’armonizzazione e la semplificazione normativa in ambito
forestale,
favorendo la
condivisione
di intenti e il coordinamento fra le istituzioni competenti in
materia forestale (a livello nazionale e
regionale),
al fine di alleggerire gli operatori dagli oneri burocratici
eccessivi che risultano controproducenti
alla
tutela del bene da conservare, incentivando l’uniformità delle
tecniche e dei sistemi di pianificazione
forestale
anche al fine di permettere l’utilizzo comparabile dei dati in essa
contenuti (provvigione,
accrescimenti,
ecc) a livello nazionale;
Promuovere
il coordinamento ai diversi livelli istituzionali, in
osservanza della normativa
vigente
attraverso il coordinamento tra amministrazioni competenti,
nell’interesse generale di un sviluppo
condiviso
del settore foreste;
Creare
una struttura permanente di coordinamento nel
rispetto delle competenze istituzionali in
materia
forestale, che rappresenti il punto di riferimento interistituzionale
sia per l’attuazione delle politiche
forestali
sul territorio nazionale che per tutto il settore, le cui mansioni
possono essere identificate in
supporto
e assistenza tecnica, analisi, promozione e informazione, e in
particolare nell’individuazione delle
sinergie
e integrazioni possibili per il settore, al fine di convogliare e
coordinare al meglio le risorse
istituzionali
e finanziarie esistenti. In questo contesto assumono particolare
importanza i seguenti punti:
Prevedere,
nel quadro complesso ed articolato della normativa e degli strumenti
di programmazione
esistenti
a livello nazionale e regionale, l’attivazione di un processo
continuo di coordinamento tra i
soggetti
Istituzionali competenti e i soggetti pubblici e privati attivi nel
settore forestale, per definire e
distinguere,
nel rispetto delle relative competenze, i settori e gli argomenti di
competenza nazionale e
regionale,
individuando inoltre eventuali situazioni di carenza nella
programmazione e legislazione
nazionale
e regionale.
Promuovere
una maggiore qualificazione e pubblicizzazione degli uffici e delle
relative competenze in
materia
forestale, migliorando l’organizzazione e promuovendo scambi
informativi e di reciproca
collaborazione
attraverso appositi e sistematici momenti partecipativi;
Analizzare
le politiche implementate per il settore forestale a livello
nazionale e regionale,
valutandone:
la
coerenza con la normativa e gli impegni a livello internazionale,
il
raggiungimento degli obiettivi imposti dai diversi impegni
internazionali (ad esempio protocollo
di
Kyoto),
la
coerenza con gli indirizzi nazionali in materia forestale, di
protezione dell’ambiente, di tutela del
paesaggio
Individuare
e sostenere una posizione unitaria italiana a livello comunitario
nella negoziazione delle
misure
forestali nell’ambito dello sviluppo rurale e portare le
informazioni e conoscenze acquisite
puntualmente
sul territorio.
Definire
una base legale per la condizionalità nel settore forestale
(definizione di “baseline” nazionali),
a
partire dalla legislazione esistente, tenendo in debita
considerazione le esigenze evidenziate nella
programmazione
di sviluppo rurale. Tali norme dovrebbero rappresentare una base
comune sulla
quale
poi le Regioni sviluppino norme adatte al contesto regionale, secondo
uno schema simile a
quanto
fatto per la condizionalità nel settore agricolo. Questa attività
consentirebbe di risolvere almeno
in
parte i problemi incontrati dalle Regioni nella negoziazione delle
misure silvo-ambientali proposte
nell’ambito
dello sviluppo rurale 2007-2013, in molti casi stralciate a causa
della assenza di un quadro
normativo
sufficientemente definito.
Promuovere
il coordinamento e l’armonizzare delle informazioni statistiche
nazionali in ambito
forestale,
individuando eventuali carenze, sinergie tra le diverse fonti,
possibili integrazioni e margini di
miglioramento
delle informazioni esistenti. In particolare per quanto riguarda le
informazioni socioeconomiche
promuovere
l’implementazione di idonei strumenti di raccolta delle
informazioni anche
attraverso
la creazione ed il coordinamento di una Rete di informazione
economica nel settore
forestale
da attivarsi su scala regionale (e/o sub regionale) consultato il
CISIS come sede ideale di tali
attività;
Valorizzare
gli strumenti, i metodi e i processi di programmazione e gestione
lungimiranti,
sostenibili,
condivisi e partecipati;
Promuovere
la partecipazione e sensibilizzazione della società pubblica sul
ruolo delle attività
in
foresta come strumento di conservazione e tutela, valorizzando e
promuovendo l’impiego delle esperienze
di
eccellenza e delle tradizioni e conoscenze forestali locali.
Prevedere
forme di coordinamento e semplificazione degli strumenti di
pianificazione
territoriale:
definendo
e condividendo accordi, intese e programmi su dimensioni territoriali
sovramministrative;
alleggerendo
l’eccessiva e diversificata pianificazione territoriale che grava
sui territori montani (piani
di
bacino, piani paesistici, piani attività estrattive, piani
idraulici, piani socio-economici delle Comunità
Montane,
ecc);
mantenendo
e accrescendo le funzioni produttiva e protettive della foreste
pubbliche e private e la
stabilità
degli ecosistemi;
dando
priorità al ripristino di foreste degradate, in particolare nelle
pianure alluvionali e negli
spartiacque
per il beneficio degli ambienti acquatici, la riduzione di alluvione
e la conservazione della
biodiversità;
valorizzando
i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la
complessa filiera forestalegno;
valorizzando
la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e
facilitando l’azione delle
imprese
locali;
Favorire
la creazione e il coordinamento degli albi delle imprese qualificate
che operano in
campo
forestale e dei patentini per gli operatori professionali,
armonizzando le varie normative Regionali
prevedendo
controlli specifici sull'idoneità tecnica dell'impresa esecutrice;
Promuovere
la concertazione sulla ricerca forestale in ambito nazionale e
internazionale,
coinvolgendo
tutte le principali istituzioni scientifiche operanti nel settore al
fine di coordinare i programmi di
ricerca
e le attività di settore, nonché di creare sinergie tra le linee di
politica forestale nazionali e regionali e
le
attività di ricerca indirizzando e orientando la ricerca (applicata)
al servizio dei bisogni reali degli Enti
pubblici
(ai vari livelli territoriali) delle aziende e dei privati;
Università
del Piemonte Orientale, svolgerà le attività di coordinamento
tecnico/amministrativo
Consorzio
di Bonifica del Gargano, ente di gestione di un’area di 150.000 ha
di bosco “Parco Nazionale del Gargano”, le attività condotte
dall’ente saranno:
Analisi
del territorio
Coordinamento
delle risorse naturali
Definizione
e coordinamento di interventi sul territorio
Avvio
di attività formative e riqualificazioni di siti destinati a tali
attività
Monitoraggio
dell’area
Innovatec,
Gruppo Riello Elettronica, sviluppo di modelli e prototipi di unità
bioenergetiche
Greengrid,
industria nelle tecnologie per la filiera del legno, le sue attività
verteranno nella:
Città
del Bio, le attività dell’organizzazione costituita da
amministrazioni pubbliche verterà su:
Università
di Agraria di Foggia, collaborerà con il Consorzio di Bonifica e le
università/Centri ricerca, coinvolti nel progetto, per la
definizione di soluzioni sostenibili per la gestione dei boschi e
delle aree
L’OTTIMALE
GESTIONE DEL PROGETTO NECESSITEREBBE DI:
NUMERO
MAGGIORE DI PARTNER, IN PARTICOLARE UNIVERSITA’ COMPETENTI ED
AZIENDE SPECIALIZZATE SUI DIVERSI TEMI (FILIERA LEGNO, ENERGIA,
ECC.)
QUALE
BUDGET COMPLESSIVO CONSIGLIERESTI? GLI INTERVENTI O LE AZIONI PER
L’AVVIO DI ULTERIORI RICHIEDONO ALCUNI MILIONI
ALCUNE
PARTNERSHIP TECNOLOGICHE ESTERE, COME LA KOCH TEDESCA