WIOBOOK5S - visionabile in modalità WEB (Web Interactive Open BOOK 5 Senses). Un LIBRO DINAMICO, reso fruibile a tutti nella versione WEB attraverso la suddivisione in Capitoli e Paragrafi. Un libro in grado di integrare le continue attività di ricerca, di prototipazione e delle best practices, sia direttamente condotte che dai colleghi e partner, che permetterà di viaggiare negli approfondimenti e, vedrà la sperimentazione di letture immersive attraverso i 5 SENSI
Bosco in Città: Assago
Life Gargano
La pianificazione e l’organizzazione di un sistema di manutenzione delle aree boschive;
La realizzazione di una rete telematica per la connessione di sensori ambientali, con la priorità nel monitoraggio antincendio;
La produzione di biocarburanti, attraverso tecnologie che assicurino l’assenza di impatti sull’ambiente;
L’implementazione di sistemi di efficientamento energetico per le strutture pubbliche;
La produzione di energia elettrica e termica per le pubbliche amministrazioni coinvolte;
L’avvio di una filiera che valorizzi i residui e le potenzialità del territorio.
DA INTEGRARE CON LE DUE COMUNICAZIONI DEL CONSORZIO
Il progetto che si intende presentare sul bando UE Life+ 2013 si pone la finalità di:
Analizzare le aree pubbliche e rilevare risorse ed esigenze
Definire modelli, procedure, certificazioni per le aree
Sviluppare programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative sostenibili sui territori coinvolti
Esaminare le opportunità di costruzione - ricostruzione della "filiera del legno", verificando come questa può collegarsi con attività agricole, insistenti sulle medesime superfici, integrative e complementari;
Esaminare come queste attività possono collegarsi con proposte di attività turistiche, favorendo la collaborazione, e la nascita di percorsi di turismo slow (cammini, percorsi di trekking anche con l'utilizzo di animali, ecc.). Ciò vale soprattutto in zone dove si stanno riattivando 'antiche vie' di cammini religiosi (vie francigene, ecc.)
Raccogliere informazioni sulle buone pratiche in atto nell'UE, con particolare riferimento a quanto avviene nell'ambito della rete delle Cittá del Bio;
Definire alcuni modelli che rispettino i criteri dell'agro - ecologia e dell'agricoltura biologica e che possano opportunamente diventare riferimento per soddisfare le necessità di territori tra loro diversi;
Definire modelli, procedure, certificazioni per le aree in questione;
Sviluppare programmi operativi finalizzati all’avvio di iniziative sostenibili sui territori coinvolti, in particolare sulle aree di proprietà comunale e/o pubblica;
COLLEGAMENTI E CONFORMITA’ ALLE INDICAZIONI (dal file “nap”)
DALLE PRIORITA’ NAZIONALI, DI SEGUITO RIPORTATE, POSSIAMO RIPRENDERE I TEMI ATTINENTI I PUNTI RIPORTATI PRECEDENTEMENTE
1. Priorità strutturali
Incentivare la gestione attiva e le utilizzazioni forestali, attraverso una adeguata pianificazione
con forme sostenibili che mirino al mantenimento e al miglioramento del valore economico, ecologico,
culturale e sociale delle risorse forestali, bilanciando l’utilizzazione col tasso di incremento e preferendo
tecniche che minimizzino i temporanei impatti negativi diretti e indiretti alle risorse naturali (forestali, idriche,
suolo, flora e fauna), col fine di:
migliorare quantitativamente e qualitativamente le risorse esistenti nel medio e nel lungo periodo;
garantire le funzioni protettive delle foreste per i centri abitati, le infrastrutture e nell’assetto
idrogeologico, incentivando anche i tagli non economicamente convenienti;
mantenere e ad esaltare l’efficacia dei sistemi forestali sulla regimazione, protezione e depurazione
delle risorse idriche;
tutelare e incrementare la diversità biologica (a livello di ecosistema, di specie, di varietà e, dove
appropriato, a livello di paesaggio);
contribuire efficacemente all’azione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a livello
globale;
contrastare i fenomeni di degrado e i processi di erosione del suolo che influenzano anche i processi
di desertificazione;
migliorare la difesa e prevenzione dagli incendi boschivi;
Incentivare la pianificazione forestale aziendale, sovraziendale e territoriale al fine di:
avere un adeguato quadro conoscitivo del territorio, con idonei studi e cartografie completi delle
necessarie informazioni tematiche e gestionali a supporto di ogni proposta di intervento operativo;
mantenere e accrescere le funzioni produttiva e protettive della foresta e la stabilità degli ecosistemi;
valorizzare i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la complessa filiera forestalegno;
valorizzare la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e facilitando l’azione delle imprese
locali;
contrastare i processi di erosione e di desertificazione in atto;
Prevedere e valutare forme incentivanti per lo sviluppo competitivo dell’economia forestale,
con nuovi strumenti di politica fiscale come ad esempio: revisione dei regimi IVA, specifiche detrazioni fiscali,
revisione delle aliquote e sgravi fiscali;
Incentivare la creazione e il consolidamento di nuovi modelli organizzativi idonei a garantire
una gestione attiva e costante della proprietà forestale pubblica e privata (modelli associati e
partecipati), favorendo l’introduzione di forme innovative ed efficaci al recupero delle attività tradizionali nei
pascoli e nelle aree forestali, permettendo un aumento nella convenienza economica delle utilizzazioni e la
conseguente tutela del territorio, attivando anche azioni legislative in grado di riportare le comunità locali alla
gestione attiva e valorizzare e potenziare le esperienze di gestione delle proprietà collettive;
Tutelare le imprese forestali e gli operatori forestali riconoscendo i servigi di pubblica utilità
svolti, attraverso la:
definizione giuridica dell'impresa forestale singola e associata nella sua specificità;
riconoscendo lo stato di lavoro usurante agli operatori forestali;
prevedere forme incentivanti per l’evasione del lavoro sommerso;
Valorizzare, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo l’efficienza della manodopera
forestale attraverso un costante processo di formazione tecnica e presidio operativo del territorio, nonché di
miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori forestali;
Favorire e valorizzare il settore delle utilizzazioni, della trasformazione e commercializzazione
della materia prima legno, realizzando o rafforzando economie di scala ridotta (filiere corte) attraverso
l’introduzione di strumenti e metodologie operative in grado di coordinare e concentrare sia territorialmente
che per obiettivi specifici i processi produttivi (approccio integrato e di filiera) e i diversi soggetti che operano
nel settore forestale (attori della filiera, dalla proprietà alla pubblica amministrazione, all’imprenditoria ecc);
Promuovere la certificazione forestale e la rintracciabilità del legno, quali strumenti di garanzia
per adeguare la gestione ai criteri di buona pratica forestale internazionalmente riconosciuti e per diffondere
legname locale certificato.
Adeguare le infrastrutture (strade, piste di esbosco, segnaletica ecc) alla multifunzionalità forestale
minimizzando gli impatti negativi sull’ambiente;
Incentivare la formazione sia tecnico specialistica, gestionale e di sicurezza sul lavoro per addetti,
operatori, proprietari e imprese che ambientale, ecologica e sulle interazioni tra gestione forestale, risorse
idriche, salvaguardia della biodiversità, assetto idrogeologico e sicurezza delle popolazioni;
2. Priorità di tutela e conservazione
Potenziare la tutela della biodiverisità ecologica negli ecosistemi forestali attraverso forme di
gestione adeguate e coerenti agli strumenti di pianificazione vigenti, agli impegni internazionali sottoscritti
dall’Italia, e riconoscendo l’importanza delle tradizioni locali ecologiche ante litteram;
Promuovere la gestione integrata bosco-fauna, nella consapevolezza che la fauna selvatica è
componente degli ecosistemi forestali, e sostenere forme razionali di pascolamento per garantire l’armonia
tra processi ecologici e socioeconomici interagenti ai fini della salvaguardia dei boschi;
Valorizzare la realizzazione di opere di imboschimento, rimboschimento (utilizzando specie
autoctone e di provenienza certificata e locale, adatte alla stazione fitoclimatica e comunque non invasive), il
recupero di boschi fuori areale e la ricostituzione di areali frammentati, con particolare riferimento anche agli
impegni assunti dall’Italia nell’ambito del Protocollo di Kyoto;
Valorizzare al meglio le iniziative strategiche volte alla salvaguardia in situ ed ex situ del
patrimonio genetico forestale;
Incentivare il mercato dei prodotti e delle attività ad “emissione zero”, promuovendo la cultura
dell'uso del legno anche in funzione della diffusione delle pratiche del Green Public Procurement;
Superare l’approccio emergenziale e definire strategie di lungo termine per la tutela del
patrimonio forestale dai rischi e fenomeni di degrado degli ecosistemi forestali, promuovere azioni di
prevenzione e lotta agli incendi boschivi, (anche attraverso l’incremento delle operazioni selvicolturali di
pulizia del sottobosco e cure colturali del soprassuolo - potature, sfolli, diradamenti - negli ambiti più
opportuni), valorizzare il monitoraggio e controllo della salute e vitalità delle foreste, soprattutto in relazione a
fattori di perturbazione biotici (insetti e patogeni), e abiotici (incendi e fenomeni climatici estremi);
3. Priorità di presidio del territorio
Favorire la permanenza delle comunità nei luoghi di montagna e di collina, incentivando il
presidio del territorio attraverso la creazione e/o valorizzazione dei servizi necessari all’instaurarsi di processi
imprenditoriali locali legati alle risorse forestali,
Riconoscere agli imprenditori e proprietari forestali quei benefici diffusi e servizi di pubblico
interesse, che una corretta gestione del bosco produce a favore dell’intera collettività;
Promuovere, prioritariamente nei contesti rurali e nelle aree montane, lo sviluppo e la
creazione di filiere collegate all’utilizzo energetico delle biomasse forestali, definendo chiaramente il
potenziale disponibile sulla base delle reali necessità energetiche territoriali e delle possibilità di sviluppo
della filiera energetica corta.
4. Priorità di coordinamento
Promuovere l’armonizzazione e la semplificazione normativa in ambito forestale, favorendo la
condivisione di intenti e il coordinamento fra le istituzioni competenti in materia forestale (a livello nazionale e
regionale), al fine di alleggerire gli operatori dagli oneri burocratici eccessivi che risultano controproducenti
alla tutela del bene da conservare, incentivando l’uniformità delle tecniche e dei sistemi di pianificazione
forestale anche al fine di permettere l’utilizzo comparabile dei dati in essa contenuti (provvigione,
accrescimenti, ecc) a livello nazionale;
Promuovere il coordinamento ai diversi livelli istituzionali, in osservanza della normativa
vigente attraverso il coordinamento tra amministrazioni competenti, nell’interesse generale di un sviluppo
condiviso del settore foreste;
Creare una struttura permanente di coordinamento nel rispetto delle competenze istituzionali in
materia forestale, che rappresenti il punto di riferimento interistituzionale sia per l’attuazione delle politiche
forestali sul territorio nazionale che per tutto il settore, le cui mansioni possono essere identificate in
supporto e assistenza tecnica, analisi, promozione e informazione, e in particolare nell’individuazione delle
sinergie e integrazioni possibili per il settore, al fine di convogliare e coordinare al meglio le risorse
istituzionali e finanziarie esistenti. In questo contesto assumono particolare importanza i seguenti punti:
Prevedere, nel quadro complesso ed articolato della normativa e degli strumenti di programmazione
esistenti a livello nazionale e regionale, l’attivazione di un processo continuo di coordinamento tra i
soggetti Istituzionali competenti e i soggetti pubblici e privati attivi nel settore forestale, per definire e
distinguere, nel rispetto delle relative competenze, i settori e gli argomenti di competenza nazionale e
regionale, individuando inoltre eventuali situazioni di carenza nella programmazione e legislazione
nazionale e regionale.
Promuovere una maggiore qualificazione e pubblicizzazione degli uffici e delle relative competenze in
materia forestale, migliorando l’organizzazione e promuovendo scambi informativi e di reciproca
collaborazione attraverso appositi e sistematici momenti partecipativi;
Analizzare le politiche implementate per il settore forestale a livello nazionale e regionale,
valutandone:
la coerenza con la normativa e gli impegni a livello internazionale,
il raggiungimento degli obiettivi imposti dai diversi impegni internazionali (ad esempio protocollo
di Kyoto),
la coerenza con gli indirizzi nazionali in materia forestale, di protezione dell’ambiente, di tutela del
paesaggio
Individuare e sostenere una posizione unitaria italiana a livello comunitario nella negoziazione delle
misure forestali nell’ambito dello sviluppo rurale e portare le informazioni e conoscenze acquisite
puntualmente sul territorio.
Definire una base legale per la condizionalità nel settore forestale (definizione di “baseline” nazionali),
a partire dalla legislazione esistente, tenendo in debita considerazione le esigenze evidenziate nella
programmazione di sviluppo rurale. Tali norme dovrebbero rappresentare una base comune sulla
quale poi le Regioni sviluppino norme adatte al contesto regionale, secondo uno schema simile a
quanto fatto per la condizionalità nel settore agricolo. Questa attività consentirebbe di risolvere almeno
in parte i problemi incontrati dalle Regioni nella negoziazione delle misure silvo-ambientali proposte
nell’ambito dello sviluppo rurale 2007-2013, in molti casi stralciate a causa della assenza di un quadro
normativo sufficientemente definito.
Promuovere il coordinamento e l’armonizzare delle informazioni statistiche nazionali in ambito
forestale, individuando eventuali carenze, sinergie tra le diverse fonti, possibili integrazioni e margini di
miglioramento delle informazioni esistenti. In particolare per quanto riguarda le informazioni socioeconomiche
promuovere l’implementazione di idonei strumenti di raccolta delle informazioni anche
attraverso la creazione ed il coordinamento di una Rete di informazione economica nel settore
forestale da attivarsi su scala regionale (e/o sub regionale) consultato il CISIS come sede ideale di tali
attività;
Valorizzare gli strumenti, i metodi e i processi di programmazione e gestione lungimiranti,
sostenibili, condivisi e partecipati;
Promuovere la partecipazione e sensibilizzazione della società pubblica sul ruolo delle attività
in foresta come strumento di conservazione e tutela, valorizzando e promuovendo l’impiego delle esperienze
di eccellenza e delle tradizioni e conoscenze forestali locali.
Prevedere forme di coordinamento e semplificazione degli strumenti di pianificazione
territoriale:
definendo e condividendo accordi, intese e programmi su dimensioni territoriali sovramministrative;
alleggerendo l’eccessiva e diversificata pianificazione territoriale che grava sui territori montani (piani
di bacino, piani paesistici, piani attività estrattive, piani idraulici, piani socio-economici delle Comunità
Montane, ecc);
mantenendo e accrescendo le funzioni produttiva e protettive della foreste pubbliche e private e la
stabilità degli ecosistemi;
dando priorità al ripristino di foreste degradate, in particolare nelle pianure alluvionali e negli
spartiacque per il beneficio degli ambienti acquatici, la riduzione di alluvione e la conservazione della
biodiversità;
valorizzando i prodotti legnosi nazionali che costituiscono la base di tutta la complessa filiera forestalegno;
valorizzando la multifunzionalità delle risorse forestali promuovendo e facilitando l’azione delle
imprese locali;
Favorire la creazione e il coordinamento degli albi delle imprese qualificate che operano in
campo forestale e dei patentini per gli operatori professionali, armonizzando le varie normative Regionali
prevedendo controlli specifici sull'idoneità tecnica dell'impresa esecutrice;
Promuovere la concertazione sulla ricerca forestale in ambito nazionale e internazionale,
coinvolgendo tutte le principali istituzioni scientifiche operanti nel settore al fine di coordinare i programmi di
ricerca e le attività di settore, nonché di creare sinergie tra le linee di politica forestale nazionali e regionali e
le attività di ricerca indirizzando e orientando la ricerca (applicata) al servizio dei bisogni reali degli Enti
pubblici (ai vari livelli territoriali) delle aziende e dei privati;
Università del Piemonte Orientale, svolgerà le attività di coordinamento tecnico/amministrativo
Consorzio di Bonifica del Gargano, ente di gestione di un’area di 150.000 ha di bosco “Parco Nazionale del Gargano”, le attività condotte dall’ente saranno:
Analisi del territorio
Coordinamento delle risorse naturali
Definizione e coordinamento di interventi sul territorio
Avvio di attività formative e riqualificazioni di siti destinati a tali attività
Monitoraggio dell’area
Innovatec, Gruppo Riello Elettronica, sviluppo di modelli e prototipi di unità bioenergetiche
Greengrid, industria nelle tecnologie per la filiera del legno, le sue attività verteranno nella:
messa a punto di un prototipo d’impianto di pellettizzazione in Piemonte
analisi e progettazione di un impianto di pellettizzazione in Puglia
Città del Bio, le attività dell’organizzazione costituita da amministrazioni pubbliche verterà su:
Analisi e coordinamento di interventi per l’avvio di progetti di bioagricoltura nei territori italiani e romeni
Analisi e valutazione della replicabilità degli interventi nei 300 comuni suoi soci
Università di Agraria di Foggia, collaborerà con il Consorzio di Bonifica e le università/Centri ricerca, coinvolti nel progetto, per la definizione di soluzioni sostenibili per la gestione dei boschi e delle aree
L’OTTIMALE GESTIONE DEL PROGETTO NECESSITEREBBE DI:
NUMERO MAGGIORE DI PARTNER, IN PARTICOLARE UNIVERSITA’ COMPETENTI ED AZIENDE SPECIALIZZATE SUI DIVERSI TEMI (FILIERA LEGNO, ENERGIA, ECC.)
QUALE BUDGET COMPLESSIVO CONSIGLIERESTI? GLI INTERVENTI O LE AZIONI PER L’AVVIO DI ULTERIORI RICHIEDONO ALCUNI MILIONI
ALCUNE PARTNERSHIP TECNOLOGICHE ESTERE, COME LA KOCH TEDESCA
APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata) di San Clemente
Incarico e ruolo
APEA di San Clemente, in provincia di Rimini, un progetto che avrebbe creato infrastrutture a supporto dello sviluppo industriale dell'area di San Clemente e l'avvio di un piano di sviluppo industriale in Romania, con oltre 1.000 occupati a regime ed altrettanti occupati nelle fasi realizzative. Purtroppo sono state vanificate le risorse inizialmente spese dal comune per le prime infrastrutture, circa 8 milioni di euro, opportunità lavorative correlate alla realizzazione delle opere, mancato supporto energetico al Pastificio Ghigi, tracollato a causa degli esosi costi energetici e inimmaginabili ricadute positive perse. Causa di questa BAD PRACTICES la mancata autorizzazione, provvisoria, di deroga per l'insediamento di due motori di cogenerazione sostenibilmente progettati, che, in situazioni meramente speculative, avrebbe agevolmente ottenuto.
PROGETTO
Planimetria Urbanistica
Disegni tecnici
Delibera